BASTA CHIEDERE: IN QUANTI FELICI DI AIUTARE #1
Il primo vero e proprio test con una splitboard l’ho fatto il 16 marzo scorso a Sappada, in compagnia di un caro amico, guardia forestale, esperto sci-alpinista, appassionato fotografo, orgoglioso sperimentatore dell’alambicco paterno: Dario Cancian. Voglio ringraziare Tiziano Kratter di “Punto Sport Kratter” di Sappada che mi ha prestato la sua split personale per quella giornata.
Giornata dal sole accecante ma abbastanza fredda, pochi impianti del comprensorio aperti a causa dei pochi skipass venduti, in compenso le piste erano comunque preparate, lasciando molti versanti nord ancora vergini dopo le recenti copiose nevicate.
Lo scopo della giornata, oltre a capire la relazione tra una split e lo scrivente, era quello di raccogliere numerosi scatti per poter avere materiale da utilizzare durante lo storytelling di 16alminuto.
Dopo qualche incertezza sulla scelta dell’attacco verso Monte Ferro, la salita mi dava da subito ottime sensazioni. Le due metà della splitboard rispondono con inaspettata flessibilità e un grip strabiliante. Certo, a causa della massa e della larghezza degli assi, avanzare risultava più faticoso rispetto agli sci-alpinismo. Ma il pensiero di lasciare a casa le ciaspole e di non avere lo snowbard appeso allo zaino è più che sufficiente per attribuire un giudizio più che positivo a questa prima salita.
Solo la sudorazione, aiutata anche da un casco inadatto, risultava il tratto più fastidioso: di certo un aspetto da risolvere alla volta delle prossime ascensioni! In meno di un’ora eravamo già giunti al rifugio Monte Ferro. La discesa, a causa della neve durissima su versante esposto a sud, è stata faticosa, ma, grazie alla compagnia e al contesto, sempre piacevole.
Decisi a godere al massimo della giornata, in meno mezz’ora eravamo di nuovo con le pelli di foca ai piedi verso Monte Siera. La salita lungo la pista momentaneamente chiusa, e proseguita oltre il rifugio omonimo, ci ha regalato qualche centinaio di metri di fresca in discesa: poesia di marzo.
Qualche metro prima del rientro in pista, una piacevole sorpresa ci permetteva di effettuare qualche altra foto “necessaria”. Una truna, costruita il giorno prima dal Soccorso Alpino per un’esercitazione, ci avrebbe ospitato per preparare una rinvigorente tisana calda e qualche scatto da inserire nel “servizio fotografico”!