ARGENTO VIVO
Ripesco dal disco fisso del mio portatile un articolo che scrissi nel 2002 appena finiti i Ca.S.T.A.. Preciso che ho alleggerito qualche forma sintattica, ma nulla di quanto scritto sotto è stato aggiunto o censurato. Ho pensato che potesse far piacere a molte persone leggere qualcosa del mio anno come Volontario Alpini nel 7° Reggimento allora a Feltre.
Come ho più volte ribadito l’esperienza con le Penne Nere è stata fatica, impegno, legami profondi, Alpinità, sperimentazione, soddisfazione…
Per chi riuscirà a leggere tutto fino alla fine, oltre a conoscere una delle più belle gare tecnico-alpinistiche esistenti, capirà di certo qualcosa in più su 16alminuto.
«Ai più la sigla Ca.S.T.A. non dice molto. Diversamente, per chi ne ha preso parte, i Campionati Sciistici delle Truppe Alpine evocano un trasalire di emozioni difficili da sopire. Queste annuali gare eleggono i campioni militari Italiani delle diverse discipline e categorie; sono occasione di incontro con altri Eserciti; sono il naturale teatro della ormai decennale ed agguerritissima gara di plotoni “Tenente Silvano Buffa”, la gara nella gara. Concentrandoci su quest’ultima, ma senza nulla togliere alle altre specialità, si sappia che ogni Reggimento presenta 14 atleti inquadrati in un Plotone, unità formata da 11-12 Alpini e graduati di Truppa preparati, coordinati e guidati da 2-3 Sottufficiali. I Plotoni, Equipaggiati con uno zaino di almeno 16kg, coprono in due giorni circa 50km di superficie nevosa, ora salendo con le pelli di foca, ora con la tecnica fondistica del pattinato (regolarità e cronometro), se necessario camminando. Lungo il percorso sostengono prove di lancio della bomba, di topografia e di tiro. Una gara tra pattuglie militari ALPINE sotto ogni aspetto, in grado di muoversi in qualunque condizione metereologica, sempre autonome, che a tutti i costi devono portare a termine i compiti loro affidati in quell’ambiente maestro che è la montagna.
Il 7° Rgt, grazie alle energie profuse nella preparazione atletica e tecnica, da diversi anni presenta buoni plotoni di VFA (Volontari in Ferma Annuale). Nulla a che vedere però paragonati alle altre squadre di VFB e VSP più esperte, che da quasi un lustro possono contare sui medesimi atleti, che dei Ca.S. T. A. conoscono bene ritmi, tempi ed imprevisti.
Partiti in 31 da Feltre, ben presto i duri allenamenti, le massacranti ascensioni con pelli di foca, gli estenuanti anelli di fondo, ci ridussero a 18. Nonostante il buon livello raggiunto sugli sci, le altalenanti prestazioni ottenute sulle prove tecniche ci davano non poche preoccupazioni. Pochi giorni prima della competizione, quando già la tensione pre-gara giocava la sua parte, un’epidemia di varicella ci privava di tre fra i migliori elementi (Tamanini, De Gregorio, Fontana). Oltre al loro apporto qualitativo, anche il morale veniva meno. Infine anche il Mar. Agricola era stoppato dall’influenza.
Con lo stato d’animo di chi è costretto a gareggiare al di sotto del proprio livello, sembrava che il decimo pettorale di partenza (su undici partecipanti) fosse presagio di cattivo auspicio. Il percorso non semplicissimo, due cadute nella gara di slalom non ci impedivano tuttavia di realizzare il miglior tempo ai 3,5km crono. Inoltre il massimo punteggio alla gara di topografia, magistralmente interpretata dai nostri comandanti di plotone, M. O. Schiavo e M. O. Moretti, unito a delle illuminate intuizioni tattiche, ci dava, al termine del primo giorno di gara, il secondo posto della classifica parziale.
Con gli sci ai piedi, quindi, era chiaro che potevamo tener testa ai migliori Reggimenti, verso i quali fino al giorno prima nutrivamo un certo timore reverenziale, in forza della loro maggior esperienza e più accorta preparazione nelle prove tecniche.
L’ascensione alpinistica del secondo giorno, di certo faticosa e non breve, non ci aveva impensierito troppo, anche se già iniziavamo a concentrarci per il lancio dell’oggetto. Trattasi di lanciare da una distanza di 20m un oggetto in ferro a imitazione delle bombe a miccia usate nella Grande Guerra. L’esaltante punteggio realizzato ci proiettava virtualmente sul podio, ma si sa, i punti si contano alla fine.
La prova sucessiva, i piattelli, per quanto capziosamente preparata, appariva da subito sotto la nostra media abituale. A parziale scusante ci potevamo consolare pensando al fatto che molti tra noi avevano imbracciato il fucile per la prima volta appena due mesi prima.
Un po’ sconsolati ma comunque determinatissimi, la crono 7km era l’ultima prova che ci separava dalla conclusione di una gara di Plotoni eccellentemente condotta da tutti gli atleti del Settimo.
Così fu. Un’attenta ridistribuzione del peso negli zaini, ci permetteva di realizzare il terzo tempo ed il podio del secondo posto, dietro solo al 3° Alpini di Pinerolo, reparto composto da VSP (Volontari in Servizio Permanete), cioè professionisti.
Il nostro raggiante Comandante di Reggimento, unito a molte Autorità colpite dal nostro movimento ordinato nel fondo e dalla nostra “freschezza”, ci attendevano al traguardo.
Traguardo che rappresentava quella linea che da settimane e settimane agognavamo, confine tra intensa fatica e indescrivibile soddisfazione.
Una fatica che, portando ognuno di noi prossimo al suo limite estremo, ha permesso di conoscerci meglio e quindi di farci crescere come persone, come uomini e come Alpini.
Una fatica che ci ha uniti in un gruppo di veri amici, trasformando il sale del sudore in “argento vivo”.
Una fatica, infine, che ci ha onorato di rivivere, anche se in una parziale imitazione, le gesta e i sacrifici di tutti quegli eroi Alpini che hanno immolato la loro vita in virtù di idee quali libertà, solidarietà e democrazia, che sono oggi fondamento del nostro vivere.
M. O. Mario Schiavo, M. O. Adolfo Moretti, C.le Manuel Noal, C.le Enrico Antonello, Alp. Claudio Adami, Alp. Paolo Babici, Alp. Christian Balzan, Alp. Luca Canal, Alp. Riccardo Galli, Alp. Alessandro Pompanin, Alp. Daniele Tiné, Alp. Enrico Tommasi, Alp. Giacomo Zagonel, Alp. Marco Zanini… e il generosissimo Alp. Guido Boito».