Sono stato un bambino molto coccolato e molto seguito dai nonni, materni e paterni. Ancora oggi, quando penso a un luogo sicuro e protetto, sogno il lettone dei miei nonni.
Compiuti 17 anni ho iniziato a fare il cameriere per pagarmi le lezioni di chitarra, sognando di diventare un virtuoso delle sei corde.
A 19 anni, grazie agli scout, ho scoperto la mia vera vocazione: l’educazione. Continuo ancora oggi ad indossare l’uniforme scout, a volte da formatore, altre da esperto di scouting, ben responsabile di contribuire al sogno “di rendere il mondo un po’ migliore di come l’ho trovato”.
Prima di laurearmi ho trascorso un anno tra le Penne Nere del 7° Reggimento Alpini. Prima Bassano e poi Belluno come recluta, quindi Feltre, fino a Sarajevo. Infine Sappada e San Candido con il Plotone Alpieri, gareggiando nei C.A.S.T.A., i Campionati sciistici delle truppe Alpine.
Ho fondato una società agricola con zappa, trattore e culo alto, coinvolto nel sogno dell’agricoltura biologica, testimoniando che le risorse della Terra non ci appartengono, ma sono un prestito dai nostri figli…
A 30 anni ho sposato Giorgia: la mia vela, muscolo di questa nave che, con Alberto e Agnese, chiamo famiglia.
Sono perciò in tutto e per tutto una persona normale con emozioni, desideri, difetti e soprattutto sogni. Non sono un alpinista, piuttosto un appassionato di montagna. A 40 anni passati sono ormai complice accondiscendente al suo gioco e non resisto alla seduzione del suo fascino: verdeggiante e profumata d’estate; candida e frizzante d’inverno; granitica e implacabile tra le altre crode; maestra impareggiabile con le sue lunghe e pazienti salite; laconica e impietosa quando esige rispetto.